Gli ETF a distribuzione ti danno dividendi in contanti, perfetti se vuoi un guadagno periodico, mentre gli ETF ad accumulazione reinvestono quei dividendi per te, facendo crescere il tuo capitale nel tempo.
Che tu sia alla ricerca di un introito costante o di una crescita a lungo termine del tuo capitale, capire la differenza tra questi due tipi di ETF è la chiave per far fruttare al meglio i tuoi soldi.
Partiamo dalle basi.
Gli ETF, o fondi negoziati in borsa, sono come cestini di azioni o obbligazioni che puoi comprare o vendere in borsa.
Semplice, vero?
Ora, la differenza tra gli ETF a distribuzione e quelli ad accumulazione sta in come gestiscono i dividendi che ricevono dalle aziende nel cestino.
Quando le aziende nel fondo pagano dividendi, gli ETF a distribuzione te li girano.
È come ricevere un piccolo assegno regolarmente, che puoi spendere o reinvestire come preferisci.
Sono ottimi se vuoi un flusso costante di entrate, magari per coprire spese correnti o per un progetto a breve termine.
Invece di darti i dividendi in mano, gli ETF ad accumulazione li reinvestono automaticamente per te nel fondo.
Questo significa che il tuo investimento cresce silenziosamente, beneficiando della magia degli interessi composti. È una mossa astuta se stai puntando a un obiettivo finanziario a lungo termine e vuoi che i tuoi soldi lavorino per te nel tempo.
In poche parole, la scelta tra distribuzione e accumulazione dipende da cosa vuoi fare con i tuoi dividendi: spenderli ora o reinvestirli per crescere in futuro.
In base al gestore di fondi che li emette, gli ETF possono avere delle denominazioni leggermente diverse che non cambiano però la loro natura.
Potremmo trovarci di fronte a Dist, Dis o D oppure Capitalising, Acc o A per rispettivamente distribuzione e accumulazione.
Un altro concetto fondamentale che potrebbe trarre in inganno, è la tassazione sul Capital Gain.
Questa è del 26% ma solamente sul guadagno che l’investimento ci ha fruttato, non su tutto il capitale.
Se io investo 1000€ e dopo un anno valgono 1300€, nel caso di vendita il 26% lo pago sui 300€ (1300-1000) e di conseguenza mi trovo in cassa 1222€.
In Italia anche i dividendi sono soggetti al capital gain, tranne nel caso che essi vengano reinvestiti direttamente.
Negli Stati Uniti, invece, sia che vengano incassati che vengano reinvestiti, sono ugualmente soggetti a tassazione.
Ora che sai cosa sono gli ETF a distribuzione e ad accumulazione, vediamo i pro e i contro.
Perché, come in ogni scelta finanziaria, ci sono sempre due lati della medaglia.
In conclusione, la scelta tra ETF a distribuzione e ad accumulazione dipende da cosa cerchi: reddito immediato o crescita a lungo termine? Considera questi punti per prendere una decisione informata.
Nel grafico qui sotto, preso dal sito JustETF, possiamo vedere la differenza tra il reinvestimento dei dividendi (barra arancione) e sommando il dividendo al valore del titolo (barra blu).
I soldi prelevati, non contribuendo alla crescita del valore del titolo, rallentano di molto la prestazione.
L’esempio più lampante è l’ultimo, dove l’ETF sullo S&P 500 triplica invece che quadruplicare.
Eccoci al punto di maggior interesse. Va bene tutto, ma in soldoni quale dei due ETF rende di più?
Per fare questi conti sono andato a cercare due ETF di Vanguard, il FTSE All-World Accumulating e Distributing. Il primo è stato fondato solo a fine 2019, mentre il secondo nel 2012 (e sono identici a livello di allocazione).
Molto probabilmente la differenza nella dimensione dei fondi, nel caso l’aveste notata, è dovuta alla giovane età di uno dei due.
Cosa importantissima e che mi ha stupito è che il TER è dello 0.22% per entrambi i fondi (se non sapete come si paga il TER degli ETF leggete qui.).
Questo ci permette di poter tralasciare questo costo all’interno delle nostre valutazioni e semplificarle di molto.
Difatti a parità di condizioni è ovvio che, parlando prettamente di rendimenti, convenga quello ad accumulazione piuttosto che la versione a distribuzione.
Difatti nel secondo caso devo sia sostenere i costi per l’acquisto delle nuove quote e in aggiunta ho già pagato il 26% di trattenuta sui dividendi che vado a reinvestire.
Se il nostro scopo è dunque quello di investire per il lungo periodo, l’accumulazione è la strada preferibile.
Se invece vogliamo optare per una rendita passiva, la distribuzione è quello che fa per noi.
Il nostro punto di vista da investitori potrebbe sembrare ottimo agli inizi ma, si sa, le necessità variano con il tempo e possono farlo in maniera davvero repentina.
Soprattutto se parliamo del mercato italiano, dove un etf sull’ indice ftse mib spesso ci riserva un rendimento ballerino.
Di seguito ho immaginato un paio di scenari nei quali sia assolutamente corretto partite con uno piuttosto che un altro e alla fine vediamo come sia possibile (e in certi casi necessario) cambiare idea e i relativi costi associati.
Da genitore è importante capire la differenza tra etf accumulazione e distribuzione. Come andremo a vedere in questo caso, l’ ETF ad accumulo si rivela essere una scelta migliore.
Come saprete se seguite il podcast o il blog da qualche tempo, ho una figlia di quasi sei anni.
Da quando è nata ho sempre pensato a cosa avrei potuto fare per mettere da parte un gruzzoletto che avesse un rendimento decente (non il classico conto deposito allo zero virgola qualcosa percento lordo).
Non ho mai considerato le alternative alla distribuzione, in quanto la mia visione di vita è di vivere di dividendi.
Non potendo (e non volendo) mescolare le mie entrate con le sue, però, ho capito che dovevo trovare un altro approccio.
E l’accumulazione era proprio la strada che faceva per me visto che mi garantiva una crescita maggiore grazie al reinvestimento dei dividendi senza tassazione e non necessitava di successive operazioni di acquisto da parte mia.
Per quanto riguarda il passaggio degli etf una volta diventata maggiorenne, non c’è alternativa a quella della vendita con conseguente pagamento della tassazione del 26% sul capital gain. Ma di quello ne parleremo tra 15 anni.
Nel caso il nostro obiettivo fosse quello di renderci finanziariamente liberi il prima possibile, l’introito periodico da dividendi è la metodologia più usata per raggiungere questo scopo.
In alternativa saremmo costretti ad erodere il capitale per pagare le spese e, come detto prima, potremmo doverlo fare in un periodo di mercato bearish.
Ora ti starai chiedendo come scegliere tra un ETF a distribuzione e uno ad accumulazione. La risposta dipende da te, dai tuoi obiettivi finanziari e dalla tua situazione.
Ecco alcuni punti chiave da considerare per prendere la decisione giusta.
Gli ETF a distribuzione sono ottimi per un reddito regolare, mentre quelli ad accumulazione brillano per la crescita a lungo termine.
La chiave è capire cosa funziona meglio per te e per il tuo portafoglio. E se hai dubbi, un buon consulente finanziario può sempre darti una mano.
Investire è un viaggio, non una corsa, quindi prenditi il tempo per fare la scelta giusta.
Tu hai una visione chiara o stai ancora valutando con che approccio iniziare?
Preferisci il rendimento degli indici oppure lo scambi volentieri per delle comode e sicure entrate da dividendi?
Fammelo sapere nei commenti o via mail a info@diventeromilionario.it.
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Gli ETF a distribuzione staccano distribuiscono dividendi periodicamente, quindi ci danno dei guadagni effettivi (siano essi mensili, trimestrali o annuali)
Gli ETF ad accumulazione, come dice il nome, non staccano alcun dividendo ma reinvestono tutto il guadagno all’interno di loro stessi per massimizzare la rendita ed ottimizzare l’aspetto fiscale (cosa che non è così evidente, in ogni caso)
Non esiste una risposta esatta in assoluto, varia in base alla nostra situazione.
Per far crescere il capitale è meglio l’ETF ad accumulazione, per avere una rendita passiva è decisamente meglio optare per quello a distribuzione.
Investire in ETF, se fatto correttamente, permette di avere una diversificazione elevata in maniera molto semplice e con dei costi di gestione contenuti.
Con l’etf a distribuzione, paghiamo il 26% di tassazione ad ogni stacco, in quanto i dividendi vengono tassati all’incasso e inoltre un 26% sul capital gain, quando andremo a vendere il titolo.
Con quello ad accumulazione pagheremo solo il 26% sul capital gain quando venderemo. Però se non vendiamo non guadagneremo mai nulla.
Sono Giacomo Sacchet, CEO e fondatore di diventeromilionario.it, il miglior sito di finanza personale in Italia per chi si avvicina al mondo degli investimenti.
Sono blogger youtuber e podcaster attivo dal 2017, dove tratto temi di guadagno risparmio ed investimento.
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Commenti
Grande articolo.
Ciao Salvatore,
sono contento ti sia piaciuto e spero sia stato utile e interessante!
Grazie
Giacomo