Le criptovalute vanno dichiarate?

Dall’anno scorso è sempre più incalzante il dubbio se le criptovalute vanno dichiarate oppure no.

Fino a prima, diciamocelo, si viveva in una situazione selvaggia dove tutti i profitti (e nei tempi d’oro erano davvero tanti!) venivano incassati esentasse e senza doversi preoccupare della dichiarazione dei redditi e in particolare della compilazione del quadro rw.

L’Italia ha deciso di regolare questa situazione e adesso ci troviamo in difficoltà. Difatti siamo passati da un “liberi tutti” a un “tutti obbligati a dichiarare le cripto”.

Criptovalute e dichiarazione dei redditi

A seguito di un corso che ho seguito a Milano qualche giorno fa, ti posso già dire la risposta alla domanda iniziale.

Le criptovalute vanno dichiarate nella dichiarazione dei redditi con la compilazione del quadro rw.

Ora che ci siamo tolti questo dubbio, non chiudere questo articolo per cercarne un’altro che ti rassicuri di più.

Continuando a leggere capirai che le azioni da fare sono poche e semplici e, a meno che tu non abbia degli importi importanti (sopra i 51.645,69€ di giacenza per 7 giorni consecutivi) non dovrai pagare nulla.

Quello che viene punito dall’agenzia delle entrate, difatti, sarà la mancata dichiarazione di queste attività estere di natura finanziaria.

Se le dichiariamo con costanza, anno dopo anno, non incorreremo in nessun problema.

Ma se l’agenzia delle entrate dovesse scoprire che ne possediamo e non le abbiamo mai dichiarate, sarebbero guai!

Perchè dichiarare le cripto
Le cripto vanno dichiarate!

Si rischia difatti una sanzione che può arrivare fino al 15% di quello che è stato omesso dalla compilazione del quadro rw della dichiarazione dei redditi, per ogni anno di possesso fino ai 5 anni precedenti al periodo di riferimento.

Considerato che dichiararle non costa nulla, perché non farlo?

Perché non dichiarare le cripto? Ecco il famigerato quadro rw

L’unica motivazione per la quale ben pochi lo fanno e tutti cercano online l’articolo che li rassicuri dicendo loro che non serve, è la difficoltà nel dichiararle.

Sto parlando del fatto che è complesso trovare il controvalore in euro delle monete virtuali (o criptomonete) che possediamo ed è spaventoso dover andare a compilare il quadro rw, (che fino a poco tempo fa non abbiamo mai sentito nominare).

Perché dichiarare le criptovalute? Ecco la soluzione

Quello che sembra andare per la maggiore come soluzione al problema, è quello di inserire nel quadro rw della dichiarazione la somma di tute le nostre cripto, in controvalore in euro.

Chiaramente questa cosa non è una certezza, in quanto stiamo interpretando una legge e il rischio è che l’agenzia delle entrate venga a cercarci a casa.

Per questo io ho trovato una soluzione davvero comoda in questo sito, che offre il servizio di dichiarazione delle cripto.

E fa tutto in autonomia fornendoci i modelli precompilati da inserire. Basta dare gli accessi (in sola lettura) ai nostri exchange centralizzati e si occuperà di tirare fuori tutti i dati necessari.

Le criptovalute vanno dichiarate semplicemente, grazie a questo servizio.
Una lista degli exchange compatibili con il serizio

La cosa bella, che mi ha spinto ad usarlo e che potrebbe tornare utile anche a te, è che si può provare gratuitamente e senza inserire la carta di credito.

Ricordiamoci sempre che il rischio è di dover pagare il 15% del capitale non dichiarato fino a 5 anni di possesso.

Inoltre, se credi che nessuno comunichi con l’agenzia delle entrate, ti sbagli.

E te lo spiego nel prossimo paragrafo.

Gli exchange centralizzati e gli obblighi di monitoraggio fiscale

Gli exchange centralizzati si stanno dimostrando sempre più distanti dalle necessità degli utenti.

Passiamo da quelli che chiudono e bloccano i prelievi delle criptovalute di tutti gli utenti (Celsius) a quelli che sottobanco girano informazioni sensibili ai vari governi (Binance in Cina, anche se non è confermato).

Non mancherà molto che questi sistemi dovranno fornire tutti i dati degli utenti ai vari governi per soddisfare gli obblighi di monitoraggio fiscale per il possesso di attività estere di natura finanziaria.

Esattamente come succede per i conti correnti.

Con in mano questi dati, l’agenzia delle entrate può andare a bussare a parecchie porte per chiedere spiegazioni.

Questo ancora non è avvenuto, ma è una cosa che di certo (più prima che poi) accadrà.

E per allora sarà meglio essersi messi in regola con le criptovalute dichiarate.

Cosa sono le attività estere di natura finanziaria

Se possediamo denaro all’estero (ad esempio investendo su DEGIRO), abbiamo delle attività estere di natura finanziaria e pertanto dobbiamo provvedere alla compilazione del quadro rw.

Se possediamo delle criptovalute su degli exchange esteri, siamo tenuti ad effettuare la dichiarazione in quanto abbiamo capitali esteri.

Come già detto, il 26% di pagamento sul capital gain avviene solo se possediamo più di 51.645.69€ per 7 giorni consecutivi.

Sarà interesse dell’agenzia delle entrate provvedere a farvi pagare queste tasse con gli interessi, nel caso non venissero dichiarate.

Le valute virtuali devono essere dichiarate?

Le criptomonete sono attività di natura estera e in quanto tali devono essere dichiarate.

L’articolo 4 dl 167/ 90 (leggilo qui) obbliga i possessori di tali attività (cripto) ad indicarle nel quadro RW della dichiarazione dei redditi.

Se non superi la giacenza di 51.645,69 euro per 7 giorni lavorativi consecutivi non dovrai pagare nulla sulle tue plusvalenze.

Concludendo

Abbiamo visto che le criptovalute vanno dichiarate tramite la compilazione del quadro rw.

Questa valuta virtuale difatti corrisponde ad attività estere di natura finanziaria.

Se consideriamo che la dichiarazione non comporta nessun pagamento di imposta, ma può causarci delle sanzioni in caso di omissione, il mio consiglio è quello di agire.

Se non sei in grado di calcolare il totale da inserire nel quadro rw, tranquillo. Neanche io lo ero, comunque non mi sentito sicuro nello scrivere una cifra calcolata in autonomia da me.

Per questo ti consiglio di dare un’occhiata a MoneyViz, che oltre alla prova gratuita ha anche la garanzia di pagare eventuali multe causate da loro errori di calcolo.

Se vuoi saperne di più clicca qui e arriverai al loro sito.

Fammi sapere nei commenti se conoscevi già questo servizio, se dichiaravi le cripto per conto tuo o se ad ora, ancora, facevi finta di nulla!

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Disclaimer

Questo articolo ha solo scopo informativo e NON formativo. Gli argomenti trattati non devono intendersi come consigli finanziari che suggeriscono la vendita o l’acquisto dei titoli finanziari trattati.

Bisogna sempre ragionare con la propria testa e agire solo se si ha ben chiaro cosa stiamo facendo. In caso contrario, meglio rimanere fermi.

In ogni caso investi solo capitale che sei disposto a perdere, perché è quello che potrebbe succedere!

Sezione FAQ

Le criptovalute vanno dichiarate?

Vanno dichiarate nel quadro rw della dichiarazione dei redditi, inserendo il loro controvalore in euro al 31/12

Cosa rischio a non dichiararle?

Rischiamo una sanzione fino al 15% all’anno per i 5 anni precedenti al periodo di riferimento

Devo pagare le tasse se le dichiaro?

Non bisogna pagare nessuna tassa, a meno di non aver detenuto più di 51.645,69 euro per 7 giorni lavorativi consecutivi.

Se supero i 51.645.69€ quanto devo pagare?

Bisogna pagare il 26% di capital gain su quello che si è guadagnato.

L’agenzia delle entrate lo verrà a sapere?

Certo, gli exchange centralizzati saranno obbligati ad aderire agli obblighi di monitoraggio fiscale, quindi i nostri dati saranno conosciuti.

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