Cosa significa Recovery Fund?
Cosa significa Recovery Fund? Detto anche Fondo di recupero, è un mezzo che l’Italia ha chiesto più volte per contrastare gli effetti devastanti apportati dalla pandemia di Covid-19.
La diffusione di questo virus ha infatti costretto l’UE ad adottare una strategia comune per rispondere all’emergenza.
Considerando però l’autonomia che ogni paese ha all’interno dell’Unione, riuscirci non è affatto semplice.
L’opposizione tra i paesi “frugali” del Nord (come l’Austria e l’Olanda) e i paesi del Sud più colpiti (come l’Italia e la Spagna) ha da subito provocato gravi incomprensioni.
Come funziona il Recovery Fund?
Il Recovery Fund nasce da una vecchia proposta francese, elaborata con lo scopo di emettere i Recovery Bond (titoli di debito europei) con garanzia nel bilancio UE.
In questo modo si può condividere tra i vari paesi il rischio di queste emissioni.
Al centro della questione, dunque, sempre titoli di debito, ma con questa “leggera” differenza di mutualizzazione del debito (condivisione del debito tra più soggetti).
Grazie all’emissione dei Recovery bond è stato possibile raccogliere ingenti somme di denaro che costituiscono la componente principale del fondo istituito dall’Unione Europea.
Per dirla con le stesse parole dell’ex Premier Conte, a chi si chiede cos’è il Recovery Fund potremmo rispondere definendolo:
Un fondo istituito da titoli comuni europei per finanziare la ripresa di tutti i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia
Per sapere come funzionerà a tutti gli effetti, il Vecchio Continente ha dovuto aspettare l’esito del Consiglio europeo di Luglio, nel quale è stato elaborato un piano da 750 miliardi di euro così suddivisi:
- 390 miliardi in sovvenzioni a fondo a perduto;
- 360 miliardi in prestiti.
I soldi saranno reperiti grazie all’emissione di debito garantito dall’UE e arriveranno soltanto nel primo trimestre del 2021.
Problemi di collaborazione
Arrivare ad un accordo sull’istituzione di questo fondo non è stato affatto semplice.
Cerchiamo di raccontare dal principio
A partire dal mese di Marzo, le discussioni a Bruxelles presso il Parlamento Europeo in materia di contromisure economiche sono state incentrate su MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), Eurobond (spiegazione qui) e Recovery Fund.
I membri settentrionali dell’Unione si sono espressi contro qualsiasi forma di condivisione del debito, mentre quelli meridionali si sono mostrati più aperti in tal senso, visto anche la situazione negativa dei propri conti pubblici.
Non molto tempo dopo, la Francia e la Germania hanno avanzato la prima proposta di ripristino del fondo, basata esclusivamente su sovvenzioni a fondo perduto.
Sono inoltre stati presentati progetti da Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia, finché la Commissione Europea non ha sottoposto all’attenzione del Parlamento la proposta del suo Presidente Charles Michel, con l’intento di fare sintesi tra le differenti posizioni.
La proposta, che è stata discussa dai leader UE il 19 Giugno 2020, includeva sovvenzioni e concessioni non rimborsabili per i paesi in difficoltà.
Le intense discussioni che si sono susseguite hanno finalmente portato, nel mese di Luglio, alla sottoscrizione di un comune accordo, che comprendesse l’istituzione del Fondo di Recupero (Recovery Fund) come mezzo per contrastare le perdite causate dalla pandemia.
Condizioni dell’accordo
La fornitura di risorse del fondo di recupero è condizionata al superamento di determinati ostacoli di carattere sociale e politico, tra i quali il rispetto dei principi fondamentali dello Stato di diritto e della democrazia nel proprio paese.
Al Consiglio dell’Unione europea del 10 dicembre è stato raggiunto un compromesso necessario per sbloccare e recuperare fondi.
In pratica, le regole che rispettano lo Stato di diritto sono ancora intatte ma, poiché la commissione si impegna a fissare linee guida chiare per la sua interpretazione, è possibile invocare la Corte di giustizia europea per garantirne l’applicazione.
Conclusione
Ecco dunque cos’è il Fondo di recupero e come funziona. Ora i singoli Governi dovranno elaborare dettagliati piani di spesa nazionali, per stabilire progetti di riforme e investimenti da concretizzare con i miliardi forniti della UE.
Per dirla in altre parole, come verranno spesi i soldi europei? L’Italia sta definendo il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel quale sono suddivise le risorse in diversi ambiti. Se volete saperne di più o dire la vostra, commentate l’articolo o mandatemi una mail!
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