Avevo già parlato in minima parte del DEF in un mio precedente articolo sulla Spesa Pubblica (che potete trovare qui).
Sperando di aver stuzzicato la vostra curiosità, vi illustrerò questo argomento più nel dettaglio.
In poche parole, il DEF è il documento con il quale viene rendicontata e programmata la spesa dello Stato.
È il Documento di Economia e Finanza, ovvero, citando la treccani, “il principale strumento di programmazione economico-finanziaria in Italia”.
Proposto dal governo e approvato dal Parlamento, esso indica la strategia economica e di finanza pubblica adottata nel medio e lungo termine.
In Italia, spetta al Ministero delle Economie e delle Finanze trasmettere il Documento alle Camere, in modo da farlo analizzare e successivamente approvare.
Quando è nato il Documento di Economia e Finanza?
Introdotto con la riforma della legge di contabilità del 1988, con il nome di “Documento di Programmazione Economico-Finanziaria”, definiva le manovre di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale.
Col tempo sono cambiate denominazioni e alcuni contenuti delle procedure, per adeguarsi al nuovo modello di governance economica dell’UE.
L’Italia ha dovuto in particolare adeguarsi al cosiddetto “semestre europeo”, che comporta l’anticipo alla prima metà dell’anno (primo Febbraio) della definizione delle strategie di bilancio dei singoli membri della zona euro, coordinando le suddette strategie al fine di un miglioramento congiunto.
Struttura del DEF
Il Documento di Economia e Finanza è composto da tre sezioni:
- Programma di Stabilità dell’Italia, di cui si occupa il Dipartimento del Tesoro;
- Analisi della finanza pubblica, di competenza della Ragioneria Generale dello Stato;
- Programma Nazionale di Riforma, curato dal Dipartimento del Tesoro e dal Dipartimento per le Politiche europee.
Andiamo a vedere in dettaglio questi tre punti.
Il Programma di Stabilità descrive il quadro macroeconomico e gli obiettivi di finanza pubblica per gli anni successivi, la strategia di bilancio per il loro conseguimento, la riduzione del debito pubblico tramite il risanamento finanziario.
Deve essere presentato entro il primo Dicembre alla Commissione Europea, dove verrà discusso e approvato dal Consiglio dei Ministri Finanziari.
L’analisi e le tendenze servono ad avere un quadro macroeconomico chiaro dell’Italia; per esempio, con riferimento al 2019, il Documento di Economia e Finanza evidenzia come la crescita del PIL italiano sia stato solo dello 0,3%, in discesa quindi rispetto allo 0,8% dell’anno precedente.
Mentre per il biennio 2020-2021 si prospetta, superata la pandemia di SARS-CoV-2, un recupero del PIL reale del +4,7%.
Il Programma Nazionale di Riforma illustra le politiche che il governo vuole adottare nel triennio successivo (2021-2023 in questo caso) per il rilancio della crescita economica, l’innovazione e la sostenibilità.
Questa sezione del DEF traccia anche le linee guida di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan) e rappresenta un tappa fondamentale dello sforzo complessivo per il rilancio e la ripresa economica dell’Italia.
Conclusione
Ecco dunque cos’è il Documento di Economia e Finanza e a cosa serve. Mi premeva scrivere questo articolo in questo periodo in quanto pochi giorni fa è stato trasmesso il DEF 2020 con le relative sezioni analizzate.
Perciò dopo la lettura di questo articolo sarete sicuramente in grado di poterne capire il significato. Se volete saperne di più o dire la vostra, commentate l’articolo!
Sono Giacomo Sacchet, CEO e fondatore di diventeromilionario.it, il miglior sito di finanza personale in Italia per chi si avvicina al mondo degli investimenti.
Sono blogger youtuber e podcaster attivo dal 2017, dove tratto temi di guadagno risparmio ed investimento.