Quante volte, tirando le somme delle spese mensili, hai visto un valore spropositato alla voce “spese alimentari”?
Scommetto che hai fatto la stessa cosa che farebbero tutti, sei andato su Google e scritto “come risparmiare facendo la spesa” cercando il segreto che non ti hanno mai detto per mangiare bene, spendendo poco.
Puoi fare la prova anche ora, il motore di ricerca non fa altro che restituire una serie di articoli clickbait, tipo “Le 15 regole d’oro per non buttare via i soldi”, che contengono i soliti consigli che hai sentito centinaia di volte e che magari hai provato ad applicare senza successo.
Il grande problema di questi consigli è che non sono al passo con i tempi, non tengono conto del fattore più importante per lo stile di vita del 2020: il fattore tempo.
Come abbiamo visto nell’articolo sul guadagno orario, dobbiamo abituarci a considerare il costo di un oggetto pensando al tempo speso a lavorare per ottenere i soldi necessari a pagarlo.
Andiamo più a fondo
Come estensione al guadagno orario, si può benissimo introdurre il concetto del “mancato guadagno”, con un esempio:
Supponiamo che io sia un freelance con un introito netto di 10€ l’ora e passi un’ora del mio tempo a sfogarmi al telefono con un amico, riguardo il comportamento di un cliente.
Quella telefonata mi sarà costata 10€.
Fatta questa lunghissima premessa, vediamo come confutare o ammodernare una delle fantomatiche “regole per risparmiare al supermercato”.
Il prezzo al chilo è una cagata pazzesca
In realtà, bisogna andare a vedere le condizioni al contorno.
Il prezzo al chilo (o al litro) è un metro di paragone valido solo confrontando due prodotti identici in termini di usabilità.
Se sono indeciso tra:
– Latte parzialmente scremato: 0,85€/l
– Bevanda di soia bio: 1,09€/l
La scelta è facile, compro il latte (a meno di altri motivi ovviamente). Con entrambi i prodotti tutto quello che devo fare è solo svitare il tappo e versare il contenuto in una tazza.
Vediamo ora, invece, il costo di un altro prodotto in cui non si può applicare un confronto diretto:
– Patate sfuse: 0,99€/kg
– Patate surgelate pronte da infornare: 1,25€/kg
Come prima cosa, le patate sfuse andranno lavate e sbucciate. Supponendo di essere molto bravi e di scartare solo 50g di bucce, il prezzo al chilo diventa:
– Patate sfuse pulite: 1,04€/kg
Ecco che già così la differenza tra i prezzi si assottiglia. Ma se ora andiamo a considerare il mancato guadagno per il tempo passato a pulire le patate:
– Patate sfuse pulite: 1,04€/kg + 10 minuti: 1,66€ = 2,70€
Una teglia di un chilo patate al forno, fatta con patate sfuse, è costata più del doppio di una fatta con patate surgelate in busta.
E non ho considerato i costi del diverso processo di cottura (far bollire le patate sbucciate prima di infornarle), dei condimenti da aggiungere (aglio e olio), e del maggior tempo che servirà a pulire tutto a fine pasto.
Con questo discorso non voglio dire che si deve sempre e solo mangiare cose pronte all’uso, ogni tanto fa più che piacere mettersi ai fornelli e cucinare.
L’invito che faccio è non demonizzare a priori i cibi pronti all’uso per inseguire un risparmio irrisorio sul breve termine.
Sull’autore
Questo articolo è stato scritto da Simone Cecconi, blogger e lettore di questo sito. Purtroppo il suo sito web non è più disponibile, quindi non ho nessun contatto da darvi.
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Cosa aspetti? E’ un peccato lasciare sul piatto tutti quei soldi!
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Sono Giacomo Sacchet, CEO e fondatore di diventeromilionario.it, il miglior sito di finanza personale in Italia per chi si avvicina al mondo degli investimenti.
Sono blogger youtuber e podcaster attivo dal 2017, dove tratto temi di guadagno risparmio ed investimento.