DEGIRO fa da sostituto d’imposta?

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Le considerazioni presenti in questo articolo sono deduzioni personali fatte a seguito di scambi di messaggi con l’assistenza di Degiro e una consulenza dal mio commercialista. Nel caso voleste avere chiarimenti più precisi , l’invito è quello di rivolgervi ad un professionista del settore.


Alla fine di questo articolo troverai un’ottima soluzione ai problemi di gestione di DEGIRO e di come fare per dichiararlo. Se vuoi correre a quella sezione, clicca qui.

Oggi rispondo alla domanda di Marco (le foto utilizzate in questo articolo sono sue).

Se DEGIRO non agisce da sostituto d’imposta, come mai ha trattenuto il 26% del dividendo che mi è appena stato pagato?

Marco ha allegato questo screenshot, dal quale partiremo per fare le nostre considerazioni.

Ritenuta di DEGIRO

L’importo evidenziato in giallo è il saldo iniziale.

Da lì a salire abbiamo il pagamento di tre dividendi, AZIMUT, A2A ed ENI.

Notiamo subito che è presente una trattenuta definita come “Ritenuta sul Dividendo” pari al 26%.

DEGIRO sostituto d’imposta

DEGIRO non agisce da sostituto d’imposta, poichè ritiene che il regime dichiarativo sia più efficiente per l’investitore.

Annualmente verrà preparato da uno studio di commercialisti italiani un rendiconto fiscale per ogni cliente, che conterrà un fac-simile della modulistica fiscale già compilata (Modello redditi ex Modello UNICO). Basterà inviarlo al CAF o al commercialista e non dovremo pensare ad altro.

Vediamo in dettaglio come agisce DEGIRO

Intanto, chiariamo cosa significa “agire da sostituto d’imposta”

Il sostituto di imposta agisce trattenendo le imposte dovute dal contribuente direttamente dai compensi o da altre fonti di reddito, erogando quelle cifre che trattiene nelle casse dello Stato.

Di conseguenza noi incassiamo i dividendi e sappiamo che di quelli non dovremo rendere conto a nessuno, dato che la tassazione è già stata pagata da altri al posto nostro.

Detto questo, come evidenziavo nel mio articolo sui dividendi, è chiaro che DEGIRO non agisce in tal modo.

Citando dal loro sito infatti:

Poiché DEGIRO ritiene che il regime dichiarativo sia più efficiente per l’investitore, per permettere alla propria clientela di accedere più facilmente a tale regime, ha affidato ad un affermato studio di commercialisti italiani l’incarico di preparare annualmente per ogni cliente un rendiconto fiscale, contenente un fac-simile della modulistica fiscale già compilata (Modello redditi ex Modello UNICO). In questo modo il cliente non dovrà fare altro che inoltrare tale documentazione al proprio commercialista o CAF di riferimento per la presentazione della propria dichiarazione dei redditi e per pagare le imposte dovute. Tra i vantaggi derivanti da questo regime rispetto a quello amministrato, si pensi alla possibilità di rimandare all’anno successivo il pagamento delle imposte generate, oltre che ad una generale migliore ottimizzazione fiscale con conseguente minore carico fiscale.

Capiamo quindi che la risposta da dare a Marco è più difficile del previsto.

DEGIRO dichiara di non trattenere il 26% però di fatto lo fa.

La trama si infittisce e solo una persona può aiutarci a capirne di più

Chi? Il servizio clienti DEGIRO ovviamente!

Intanto premetto subito che le risposte alle mail sono arrivate sempre nel giro di poche ore e di questo gliene va dato merito.

Il loro chiarimento è il seguente

La ritenuta alla fonte sul dividendo è un imposta che viene trattenuta dalla società che paga il dividendo (in fase di pagamento del dividendo stesso), la cui misura dipende dal Paese di residenza fiscale della società che paga il dividendo (da qui le differenze tra paese e paese).

Tale imposta non viene trattenuta dunque da DEGIRO ma dalla società che paga il dividendo.

A DEGIRO i dividendi arrivano già al netto della ritenuta alla fonte, dunque DEGIRO non agisce da sostituto d’imposta in questo caso.

Servizio clienti

Ora abbiamo capito qualcosa di più e possiamo continuare ad analizzare il pagamento dei dividendi. Riporto di seguito l’immagine per comodità

Pagamenti dividendi DEGIRO
Pagamenti dividendi DEGIRO

La prima ritenuta è di 52 centesimi (il 26%, per l’appunto) sul pagamento dei 2€ di dividendi di AZIMUT.

Ultima operazione del trittico è la ritenuta di DEGIRO, che ricordiamo è di

€ 1,00 + 3,00% del dividendo (max. 10,00%)

Ci dovremmo aspettare una trattenuta di 20 centesimi (il 10% di 2€).

Invece notiamo che è di 15 centesimi. Perché?

Contrariamente a quello che è capitato a me e che vi ho descritto nell’articolo sopra citato, la ritenuta è effettuata sul dividendo netto, quindi già privato del 26%.

Questo conferma quanto comunicato da de giro, ovvero che l’azienda prima di pagare il dividendo trattiene la quota dovuta.

La storia è identica per le altre due società, basta ripetere il ragionamento.

E quindi… cosa devo dichiarare?

La domanda successiva che ho fatto al servizio assistenza di DEGIRO è stata:

Tutte le aziende italiane agiscono così quindi? Non sarà necessario dichiarare niente il prossimo anno?

La risposta, sempre prontissima:

Per tutti dividendi distribuiti da aziende italiane verrà applicata la ritenuta alla fonte del 26%.
Per il trattamento dei dividendi in sede di dichiarazione dei redditi si rivolga a un consulente fiscale.

In sostanza…

…si rivolga a un consulente fiscale.

Concludo quindi che per avere la certezza del non dover dichiarare nulla, è necessario attendere la documentazione fiscale di DEGIRO che verrà inviata nel 2022.

Nel file report fiscale degiro 2022 che ci invieranno ci sarà tutto quello che serve e che il nostro commercialista deve sapere.

La tassazione complessiva

Marco, come me, ha fatto la scelta di un account Custody. Questo spiega il perché nel resoconto ci sia anche al trattenuta del 10%.

La differenza tra un profilo Custody e uno Standard è brevemente descritta qui.

In questo caso quindi il netto che ci rimane è il 65%.

Al 100% togliamo il 26% e poi il 10% del dividendo netto (quindi il 10% del 74%), ovvero 7.4%.

Il conto degiro va dichiarato?

Certamente, il conto DEGIRO va dichiarato. Dobbiamo utilizzare il modulo degiro dichiarazione redditi che solitamente viene inviato a giugno, ma potrebbe tardare fino a settembre.

Quindi non appena capiamo quando arriva la dichiarazione di degiro, dobbiamo attivarci con il commercialista per procedere con le pratiche dovute.

La soluzione

Se non vogliamo avere a che fare con un commercialista perché non ne conosciamo o riteniamo costi troppo, ho la soluzione pronta per te.

E’ un servizio che sta diventando sempre più famoso in quanto risponde ad un’esigenza ben precisa!

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Personalmente…

Per evitare giri poco chiari e dover attendere il prossimo anno le carte della dichiarazione, consiglio di non utilizzare DEGIRO. Come avrete letto dopo una breve parentesi in cui ho tradito Fineco, sono tornato ben presto all’ovile trovando un piano che mi permette di agire senza costi di eseguito.

Soprattutto, i miei soldi sono in Italia. Non so quanto importante sia ma secondo il mio commercialista è molto meglio così.

Se avete altri dubbi… Commentate o mandatemi mail o messaggi Facebook!

Grazie ancora a Marco per aver sollevato il quesito ed avermi aiutato a venirne a capo.

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6 commenti su “DEGIRO fa da sostituto d’imposta?”

  1. Chiedo scusa, io ho fatto come te, lasciando Fineco per DEGIRO.
    Come fai a fare un piano di accumulo con Fineco senza costi?
    E perché il tuo commercialista consiglia di tenere i soldi in Italia?
    Grazie

    Rispondi
    • Ciao,
      il piano Fineco è senza costi di eseguito, non è gratis in assoluto. E’ tutto spiegato nell’articolo:

      https://diventeromilionario.it/come-funziona-fineco-plus/#come-acquistare-azioni

      In pratica ho attivato il portafoglio Plus che con lo 0.7% annuo sul valore complessivo del portafoglio ti permette di operare con commissioni di eseguito azzerate e senza pagare il canone mensile del conto.

      Per quanto riguarda la domanda sul commercialista… Settimana prossima lo vedo. Gli chiedo chiarimenti e poi te li dico!

      Ciao ciao!

      Grazie

      Giacomo

      Rispondi
    • Ciao,
      oggi sono stato del commercialista ed ho chiesto chiarimenti sul perché consiglia di tenere i soldi in Italia. Mi ha spiegato che chi detiene capitali, azioni, assicurazioni ecc. all’estero deve compilare il cosiddetto “Quadro RW” nella dichiarazione dei redditi.
      Per l’agenzia delle entrate questa cosa suona come un mini campanello d’allarme. Diciamo che tenere i soldi fuori dall’Italia non è visto di buon occhio.
      Di conseguenza se dovessi avere diciamo 10.000€ all’estero percependo uno stipendio di 1200€, potrebbero venire a farti delle domande. Più domande di quelle che farebbero non evidenziando quelle somme nel quadro RW (quindi mantenendo il capitale in Italia).
      Se sono paranoie del commercialista o no, non te lo so dire. In ogni caso la spiegazione mi è sembrata sensata.

      Ciao

      Giacomo

      Rispondi
  2. Di solito non mi dilungo nel commentare articoli, ma questa volta mi sento veramente di farlo.

    Diciamocelo, lo hai scritto senza nemmeno prendere in visione il quadro legislativo.
    La ritenuta sui dividendi alla fonte e la tassazione dei dividendi alla residenza fiscale sono elementi previsti per legge (dello stato di emissione del dividendo e nello stato di incasso).

    Degiro non fa nessun “giro poco chiaro”: in questo il casino lo hai intavolato tu, in quanto si tratta di condizioni alle quali TUTTI i broker sono soggetti e che troverai in qualsiasi caso.

    Per correttezza, consiglio di rimuovere e riscrivere l’articolo DOPO che avrai dato una letta alle leggi in merito.

    Cordialmente

    Rispondi
    • Ciao!
      Hai assolutamente ragione, ammetto la mia ignoranza in materia.
      Una bella introduzione che dichiari che l’articolo non rappresenta una guida precisa scritta da un professionista del settore è dovuta.
      Sono in attesa dei documenti che Degiro mi manderà a giugno 2021 per poter compilare la dichiarazione dei redditi. Con quella in mano e una visita al commercialista sarò senza dubbio in grado di chiarire qualsiasi dubbio aggiornando questo articolo.

      Grazie per il commento

      Giacomo

      Rispondi
  3. Io penso che la situazione sia più semplice.

    Premetto che anche io sono con Fineco… e sto guardandomi attorno x via delle commissioni alte… tuttavia, sono consapevole che Fineco è sostituto di imposta in toto. e gestisce anche le minisvalenze nello “zainetto fiscale” e puoi compensarle con eventuali plusvalenze nell’arco di qualche anno (se non erro 3) poi le perdi definitivamente.

    Detto ciò i redditi da dividendo, sono redditi di partecipazione, ritenuta 26% oppure se azioni usa 10%in usa +26% qui (per farla grossolana, circa 30%).

    MA i redditi da GAIN invece sono “redditi diversi” che vanno dichiarati a parte (se il broker non opera da sostituto di imposta). Ecco perché sul gain Degiro non trattiene nulla sui dividendi si.

    P.s. Occhio, io sono incappato con fineco in dividendi di società “Non armonizzate” vale a dire, ci sta la ritenuta del 16% su dividendi… ma se, e quando venderai le azioni “Non armonizzate” dovrai dichiararle comunque in regime dichiarativo, anche avendo Fineco.

    Detto questo, con Degiro hai la rogna di far dichiarare al commercialista, però effettivamente, fai trading con quel 26% che non paghi subito… un po come se fai trading anche con il capitale delle tasse… che cmq poi dovrai versare…

    Rispondi

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